Correggio, 500 anni dopo. L’anniversario della realizzazione, nel 1524, della prima cupola nel Monastero di San Giovanni Evangelista, dove Antonio Allegri ha immaginato la stupefacente novità di una volta priva di elementi architettonici, sostenuta solo dalle nuvole e proiettata in un cielo infinito, ispira questo percorso sulle tracce del CORREGGIO, sugli elementi architettonici cinquecenteschi della città e sulle usanze culinarie del tempo.
Dal Duomo alla Camera di San Paolo, passando per la Galleria Nazionale: un itinerario alla scoperta delle opere di un artista rivoluzionario.
Antonio Allegri nacque alla fine del ‘400 vicino a Reggio Emilia, a Correggio, un paese che gli rimase cucito addosso per sempre. Quando il mondo dell’arte lo accolse, lo ribattezzò semplicemente come Il Correggio ed è con questo nome che divenne uno dei pittori più celebri del suo tempo – e oltre il tempo.
La sua pittura viene considerata rivoluzionaria per molteplici aspetti, che l’hanno resa uno dei primissimi ponti di congiunzione tra arte rinascimentale e barocca. Parma fu una tappa importantissima per Allegri, che qui trovò modo di affermarsi come artista indipendente e d’avanguardia.
La prima grande opera del Correggio a Parma è quella commissionatagli dalla badessa Giovanna da Piacenza che, mossa da una sete di rinnovamento, nel 1514 iniziò una serie di lavori nel suo Monastero. Tra questi, vi fu la decorazione del suo appartamento privato, inclusa la cosiddetta Camera di San Paolo (1).
Non si sa bene, in realtà, se questa stanza a pianta quadrata fosse la sua camera, un salottino o il suo studiolo, ma certo doveva essere un ambiente caro alla badessa, se per affrescarla pretese la mano del Correggio, che ne dipinse il camino, la sommità delle pareti e la volta.
Quest’ultima è senz’altro la parte più spettacolare, suddivisa in 16 spicchi e totalmente rivestita da un pergolato vegetale abitato da putti, che si apre al cielo. Alla base di ogni spicchio è dipinta, a monocromo, una lunetta con immagini allegoriche – che comprendono le personificazioni delle forze universali e degli impulsi individuali – mentre sul camino si trova la raffigurazione di Diana col suo carro, simbolo di castità e delle virtù femminili che certo si addice alla camera di una badessa.
Lo stile e l’impostazione sono ben interpretabili: i richiami al Mantegna, che per i primi anni fu un vero e proprio modello per Allegri, qui sono evidenti, soprattutto se si pensa alla Camera degli Sposi del Castello di San Giorgio di Mantova. Ma il significato dell’intera composizione non si può dire sia altrettanto chiara: ancora oggi costituisce un vero e proprio mistero iconografico nella storia dell’arte del ‘500.
Fu nel 1520 che Correggio iniziò a lavorare agli affreschi della Chiesa di San Giovanni Evangelista, l’ampio complesso benedettino situato alle spalle di Piazza del Duomo. Al centro della scena è la cupola, che ritrae la Visione di San Giovanni Evangelista, Cristo è al centro e indica il vecchissimo Evangelista, attorniato dagli undici apostoli.
Siamo di fronte ad un’opera rivoluzionaria…qui l’artista si libera dalle partizioni dettate dall’architettura, trasformando lo spazio completamente.
Il muro viene sfondato, grazie allo scorcio e al naturalismo di una composizione movimentata, che vede i corpi, in tante pose diverse, avvolti da vorticosi banchi di nubi aperti ad un cielo dorato. Sarà quest’opera il biglietto da visita con cui il Correggio si presenterà alla Fabbriceria della Cattedrale di Parma, sede del suo capolavoro assoluto.
La cupola del Duomo di Parma accoglie l’Assunzione della Vergine, una delle opere più celebri del Correggio. La Vergine sale verso Cristo, che l’attende sospeso a mezz’aria, circondata da una folla e avvolta in un vortice di nubi. Lo schema è un po’ quello di San Giovanni Evangelista, ma portato, nei suoi aspetti più rivoluzionari, all’ennesima potenza.
Anche qui l’architettura viene completamente sfondata e gli schemi geometrici vengono rimpiazzati da una vorticosa spirale di corpi, che si fa nuova direttrice di uno spazio aperto al più arguto illusionismo. È senza’altro una composizione estremamente complessa, che coinvolge lo spettatore in modo quasi barocco.
Se non potete immaginare lo stupore che l’opera generò al tempo, provate ad immaginare il vostro, quando vi troverete col naso volto all’insù, sotto uno dei più importanti affreschi della storia dell’arte italiana.
Alcune opere del Correggio sono conservate anche alla Galleria Nazionale di Parma, presso il Palazzo della Pilotta: l’Incoronazione della Vergine, un frammento di affresco che decorava l’abside della Chiesa di San Giovanni Evangelista, prima che venisse demolito nel 1587; il Compianto sul Cristo Morto e il Martirio dei Santi Placido, Flavia, Eutichio e Vittorino, due tele che furono commissionate al Correggio per la cappella di famiglia Del Bono, nella navata destra della chiesa di San Giovanni Evangelista; l’affresco della Madonna della Scala, di una dolcezza commovente, che decorava la facciata interna della porta orientale della città e, infine, la Madonna della Scodella, tavola che gli fu commissionata per la Chiesa di San Sepolcro.
La quota individuale di partecipazione di € 100,00 comprende: Servizio guida Giacomo Galli per l’intera giornata; pranzo in ristorante riservato con bevande; ingressi: Pilotta/Galleria Nazionale, Duomo di Parma, Camera di San Paolo e Complesso San Giovanni; Assicurazione Medica.
La quota non comprende: viaggio andata/ritorno e quanto non espressamente indicato nella quota comprende.