Lauro Bolondi – Luciana Bora – Primo Cajani – Giuseppe Coppin – Arnoldo Sidoli
Cinque pittori sordi milanesi in mostra. Storie di impegno e passione, di studi e sodalizi, d’arte e amicizia.
Scarica PDF
50,00 €
PROGRAMMA
In tarda mattinata ritrovo dei Sig.ri partecipanti nei luoghi convenuti, sistemazione in pullman e partenza per MILANO. Pranzo libero lungo il percorso. Arrivo alla EX FORNACE e visita della mostra “LA VOCE DEL COLORE” a cura del PROF. BOLONDI. A seguire, partecipazione agli eventi in programma relativi alla mostra. Al termine dell’evento, in serata, ripartenza in pullman e viaggio di rientro alle località di provenienza.
N.B.: IL PROGRAMMA DETTAGLIATO VERRÀ CONSEGNATO PRIMA DELLA PARTENZA A TUTTI I PARTECIPANTI.
MOSTRA
La mostra “La Voce del Colore”, presentata dal Pio Istituto dei Sordi di Milano, con il patrocinio di Comune di Milano – Municipio 6, Ente Nazionale Sordi – Sezione Provinciale di Milano e UNEBA Lombardia, mira a celebrare cinque pittori sordi milanesi, Lauro Bolondi, Luciana Bora, Giuseppe Coppin, Arnoldo Sidoli e Primo Cajani, conosciuti per essere stati protagonisti del movimento artistico milanese delle persone sorde nella seconda metà del Novecento. Questi cinque artisti amici con la passione in comune per l’arte, hanno ottenuto diversi riconoscimenti critici. Inoltre, sono stati membri della Famiglia Artistica Silenziosa di Milano, associazione interna alla sezione provinciale dell’Ente Nazionale Sordi, creata nel 1957, volta a valorizzare, promuovere e sostenere l’arte, anche attraverso l’organizzazione di eventi artistici (come mostre e concorsi) nazionali e internazionali.
L’ispirazione per la realizzazione di questa mostra è nata nel 2024, in occasione del 170° anniversario del Pio Istituto dei Sordi, con l’obiettivo di celebrare e dare risalto al talento delle persone sorde. Oggi si concretizza grazie al supporto dei figli dei protagonisti di questa mostra e di persone sorde che hanno dedicato la loro vita a diffondere la conoscenza della storia e dell’arte dei Sordi.
<< Se c'è colore c’è voce>> : osservando le opere esposte ne si ha la conferma.
<< Nel silenzio è più facile sentire la voce del colore, in tutte le sue sfumature, perché è più immediata la connessione con le emozioni, con i ricordi che sgorgano dalle pennellate in un racconto che va ben oltre il mondo rappresentato >>.
I PITTORI
Lauro Bolondi (1927-2018), nasce a San Polo d’Enza (RE) e frequenta le scuole d’arte di Reggio Emilia, di Modena e studia all’Accademia di Brera.
Nel 1957 conosce Luisa Nera, anch'essa pittrice e che diventa sua moglie, e si trasferisce a Milano. Durante la sua carriera, lavora come preparatore entomologico al Museo di Storia Naturale.
Dopo un breve periodo come scultore, si dedica alla pittura a olio. Attraverso i paesaggi e le nature morte racconta e ricorda con nostalgia i luoghi dell’appennino emiliano, sua terra natìa.
Con il suo talento artistico è riuscito a catturare il silenzio di quei luoghi solitari, dove non è necessaria la presenza dell’uomo . Grazie ai colori, emerge una sinfonia cromatica che sussurra all'anima prima ancora che agli occhi. Ecco emergere i verdi rigogliosi dei cespugli, i blu infiniti dei cieli, fino ad arrivare alle calde tonalità nocciola della terra.
Luciana Bora (1926-2007) rappresenta un mondo aspro e essenziale, con pochi sassi e agavi contro un cielo azzurro. Questi elementi
suggeriscono un altrove irraggiungibile. Le pietre, i monti, gli oggetti e i pescatori presentano contorni duri e linee essenziali. Pietre, monti, piante, oggetti e pescatori hanno contorni duri, bruschi, riassunti in linee essenziali. I colori che riempiono le forme sono spesso avvolti da un leggero alone grigio, che infonde malinconia in quel silenzio pieno di ostacoli.
Nelle opere di Giuseppe Coppin (1919-1993), il tempo si ferma e gli oggetti dipinti rimangono in un’eterna attesa, richiamando una reminiscenza pop. Tutto è presente nella sua materialità e semplicità, ma la precarietà è sempre evocata: muri sbrecciati, poster strappati, burattini appesi a fili, pacchi con l'etichetta “fragile” e un canovaccio che se ne sta lì, appeso ad una corda sostenuta da puntine. Il colore,
delicato e riflessivo, sottolinea la fragilità dell’esistenza.
Le composizioni di Arnoldo Sidoli (1920-2001) sono strutturate su piani spaziali, concettuali e cronologici. In primo piano c’è un elemento realistico (come delle mele o una porta rustica) che rappresenta il presente, mentre una "citazione" in alto simboleggia il passato, ciò che è sopravvissuto nel tempo. Ancora una volta, è il colore a prendere il controllo, passando sia da un piano all’altro sia da un tempo all’altro senza interruzione.
Nella pittura di Bolondi, Bora, Coppin e Sidoli riecheggiano le lezioni dei loro maestri all’Accademia di Brera, ovvero Funi, Carpi e Carrà (ma anche di De Rocchi).
Nei quadri di Primo Cajani (1943) la luce rivela le diverse gradazioni e traccia il tempo, trasformando oggetti e luoghi in un racconto intriso di nostalgia per un passato che riaffiora come delle bolle di sapone, che si posa su superfici ruvide come l'intonaco dei muri.

La quota individuale di partecipazione di € 50,00 comprende: Viaggio in Pullman Gran Turismo, visita della mostra a cura del Prof. Bolondi; partecipazione agli eventi in programma sulla mostra, assistente d’agenzia, assicurazione medica.

La quota di partecipazione non comprende il pranzo e tutto quanto non espressamente indicato ne “la quota comprende”.
Volevi partecipare a questo viaggio?
Scrivici e ti aggiorneremo se c'è ancora posto